Mio carissimo Amico,

Verona Li 23 Novembre 1851

Ti scrivo queste righe con mia grandissima consolazione pel successo d’entusiasmo che jer sera ha ottenuto la mia Fiorina sulle scene del Teatro Nuovo. Io non saprei come descrivertelo, perché furono grida ed acclamazioni dal principio alla fine; un quaranta volte mi vollero sulla scena, e due pezzi furono replicati. Dopo lo spettacolo tutti i Professori della città mi fecero una serenata suonando fra i molti pezzi la Sinfonia della sudetta opera, e che la folla che accorse a partecipare della comune esultanza volle la replica. Nota ancora che il mio successo è tanto più completo, in quanto che meno Zucchini, gli altri artisti nelle altre opere fecero una figura modestissima. Oh! quanto avrei desiderato che jer sera vi assistesse a quella festa veramente trionfale il mio amico Ricordi?

La mia musica è semplice, popolare, vi è molto canto, e la parte strumentale vi spicca in grado eminente – (scusami se ora io faccio il prucolo a me stesso; ma io spero che quest’opera farà molti quattrini, perché potrà sostenersi come si suol dire anche con mezze compagnie non c’è lusso di vestiario – la scena 1^a si passa in Svizzera, quindi tutto è semplice. Se tu potessi fare una scappata a Verona, che bella cosa!

Non dubitare, amico mio, che il Rigoletto sarà da me custodito come si deve, e sarà concertato con quell’amore, e coscienza come fosse cosa mia,

Con Diligenza ti prego di spedirmi la qui indicata musica.

Intanto caramente salutandoti, sono

Tuo amico

Pedrotti