Torino 31 Maggio 78

Caro Amico

Ebbi la tua gentile lettera. Sappi intanto che io non istò colle mani alla cintola. Appena Faccio mi comunicò il suo progetto del Concerto colle due orchestre riunite, subito scrissi al Conte de Sambuy a Parigi dimostrandogli quanto mi andasse a genio questo progetto, ed ora ricevo il seguente telegramma, che subito comunicai al Faccio:

«Ottenuto per somma cor-

«tesia Commissario Ber-

«ger Sala Trocadero

«Domenica 14 Luglio

Sambuy

Bisognerà quindi decidersi, e rispondere.

Ti occludo i miei pezzi di musica Italiana, e forse ne aggiungerò qualche altro secondo le circostanze. Attendo sempre il risultato della sonorità della Sala, per decidermi sul numero della mia orchestra; io credo che non potrò fare a meno di mettervi 124 professori.

Spediscimi subito la Sinfonia della Giovanna d’Arco di Verdi, che faccio eseguire nel prossimo Concerto; manda otto primi Violini, otto secondi, cinque Viole, cinque Violoncelli, quattro Bassi, e Violoncello e Contrabasso [sic]. Questo pezzo mi occorre per Martedì.

Siamo poi intesi che mi farai approntare le Sinfonie, Tutti in maschera, Guerra in quattro, Aroldo, quella di Foroni in Do minore, ed anche quella in La maggiore dello stesso Foroni. Poi mi occorrerebbe quella di Mejerbeer dello Struensee; aggiungivi ancora quelle due di Rossini, Semiramide e Gazza ladra. Di questi due ultimi a Parigi bisognerà pagare i diritti d’autore? Quanto ai raddoppi in generale degli archi regolati così: Violini primi N 13 parti, Violini secondi 11, Viole 8, Violoncelli 7, Contrabassi 6, ed 1 Basso e Violoncello.

Se per le Sinfonie della Gazza Ladra, e Semiramide non avessi pronti tutti i raddoppi, ti avverto che al Liceo io ne ho, e quindi manda soltanto quello che hai.

Mi par adesso di averti detto tutto.

Faccio mi scrive raccomandandomi l’opera di Coronaro, ne parlerò subito Depanis.

Aggradisci i saluti del tuo aff.^mo amico

Carlo Pedrotti

Nei Concerti dell’autunno farò di certo la Marcia funebre d’una Marionetta