Date: 6/2/1877



Place: Roma

ID: LLET013359




Gentilismo sigr Giulio.

6./2 77. Roma

Via della Vite 113 2° p.

Ier l’altro scrissi a d’Ormeville, mostrandogli i varj punti dove occorrono al Prologo dell’Olga alcune modificazioni, e accorciature, specialmente al Duetto fra basso e tenore, e al Recit° fra Fedor e Sergio etc: Forse le avrà già parlato a quest’ora. L’impressione poco favorevole che a me fece quell’Atto, e che non ho potuto nascondere nemmeno a lui, riguarda i versi, quantunque ve ne siano di buoni alla sortita d’Olga e alla chiusa del Prologo. Ma in me è subentrato anche il timore che quest’argomento proceda freddo sino alla rivolta dopo la quale coll’ultim’atto abbiamo concitazione e dramma finche si vuole. Ma dove temo è nell’Atto 1°, e nella metà del 2do. L’esservi poi nel Prologo questa benedetta tarantella già praticata da molti, e che per il carattere del luogo, non si può evitare, poi ancora barcarole, e una posizione consimile al duetto d’Enzo e Barnaba, nel duetto fra basso e tenore; tutto ciò sommato insomma non m’incoraggia per ora a musicarlo. Io perciò mi sarei deciso per i Mori di Valenza, e qui interesso la di lei gentilezza, a voler ajutarmi perché Ghislanzoni faccia queste benedette modificazioni, delle quali ne accenno alcune qui appresso. Io ritengo che in ultima analisi con un po’ di denaro si potrà ottenere tutto, e diversamente, non c’è che appigliarsi ad un’altro vate. –

Tenendo conto delle sue osservazioni che le inclusi in questa mia,[Nota di Ponchielli: le ho spedite a Miraglia che gliele consegnerà.] io avrei pensato ad alcune modificazioni, veda se le trova appropriate e nel caso proponga anche Lei ciò che tornerebbe più acconcio di fare. Al Finale dell’Atto I (intendo dopo il Prologo) il Re dice:

              Non scordi alcunche in Spagna

              Solo Filippo è Re -

Qui invece di terminare, lascierei [sic] partire il Re con Aisa (che chiamerei Alèma) e dopo farei un pezzo concitato tra Fernando il duca di Lerma e il Coro di cui vorrei in questa scena i soli uomini (cortigiani)[.] Il duca di Lerma e il Coro indispettiti per aver subìto un’umiliazione possono prorompere:

              Coro:                  Tale umiliazione a noi!

              Lerma                A un mio pari! – Signor Conte voi difendete una vile cortigiana!

              e Fernando:      Io difendo una giovane onesta e pura. E basti!

              Coro                   No: noi vogliamo soddisfazione

              Fernando          Quando volete. Saprò rintuzzare il vostro orgoglio!

              Lerma                Meno parole mi darete ragione col ferro

              Fernando          Allora fra poco o signori sarò con voi

(suono di danza interno durante il quale il Coro si allontana dicendo: Vendetta avremo dell’insulto etc. mentre che Fernando sul davanti della scena può avere una frase di slancio col dire pressapoco: Tutto o Aisa saprò sfidare per te dovessi anche incontrare la morte! E cala la tela. Cosa le pare?  Rapporto alla fine dell’Opera io direi che appena Delascar ha ferito la figlia passasse il corteggio di nozze in fondo sopra una loggia in alto aderente al tempio e durante il canto lontano (e stonato) dei Cori, Aisa svela al padre la sua vera fiamma, il sacrificio compiuto, chiedendogli perdono. etc. Parmi che una scena consimile dovrebbe fare effetto. – (Bisogna però che il scenario sia differente una galleria addirittura)

Relativamente al Duetto Fernando e Aisa: quando dice: Accennami imponi. Affrettisi il rito etc.  Fernando prima di dire Doman fia compiuto dovrebbe lottare, esitare, mostrare il suo immenso cordoglio, finchè conosciuta la necessità di un tal sacrifizio, dietro alcune parole d’Aisa, che le mostra i pericoli etc etc si decide. E allora dovrebbe avere 2 o 4 versi d’imprecazione al destino che lo separa dalla sua amata – e Aisa lo conforta dicendogli No. sii forte. un giorno saremo contenti per aver consumato un tale sacrifizio e ne benedirà il Cielo. e per chiusa si può ma brevemente fare alcuni versi della sestina: All’ultimo pianto etc che mi pare tornerebbero acconci ripigliando una frase saliente dell’Adagio di prima. etc. – Alla Scena VIa poi dell’Atto 2do dopo il recit° di Filippo vorrei una Romanza, cioè un’Adagio per il basso. Dove lo si dovesse vedere combattuto da due diverse idee cioè salvare Aisa, o firmare il decreto, o l’opposto. – un pezzo di passione e d’energia nello stesso tempo. =

Nel terzetto (Scena IVa) Atto ultimo onde giustificare la condotta di Fernando (abbenché adempie al giuro fatto con Aisa di compiere il sacrificio mantenendo le sue promesse con Carmine) converrebbe che il poeta trovasse modo di mettere qua e là delle parole interrotte che lasciassero travedere il suo dolore nel dover abbandonare per sempre Aisa – e specialmente quando stanno per andare al tempio. Potendo qui introdurre il Coro si potrebbe fare un canto che ripeterebbe in fine dell’opera quando sorte dalla Chiesa col corteggio etc. ciò che darebbe più unità – Resta ciò a vedersi pel travestimento essendo prima vestiti da Mori[.]

Desidero poi sapere come trova queste mie idee, che naturalmente se crede di poterle migliorare con qualche altra trovata molto meglio. –

Frattanto attenderò in proposito un suo scritto –

Dopo dimani (Giovedì) 6a recita Gioconda – alla 5a vi furono applausi anche al Duo a 2 donne. Io piangevo (di gioja!!!!!![)] -

Tanti doveri alla siga Giuditta, anche per mia moglie che la saluta, e mi creda salutandola con distinta stima

di lei devo

A Ponchielli

[di traverso sulla prima pagina] Mi potrò sbagliare in queste mie opinioni intorno al prologo fatto sta che non mi fece impressione. –

Transcription by Pietro ZappalĂ  - Centro Studi Ponchielli di Cremona

Named works
Aida

Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 1
Size 114 X 184 mm

Letter name LLET013359