Date: 10/1/1930



Place: s.l.

ID: LLET014289




10 gennaio 1930 VIII

 

Sigg G Ricordi e C.

Milano

 

Il M° Laparra, dopo una intervista con me e dopo di avere letto il libretto di “Princesse Maleine” mi scrive una lettera dicendo che vuol “far ridere” il pubblico colla sua musica e non essere più l’homme noir della “Habanera”. Gli ho risposto che naturalmente se vuol “far ridere” è difficile ciò gli riesca con tre cadaveri sulla scena e che non è più il caso di parlare del dramma di Maeterlinck. Ma inter nos ho l’impressione che Laparra ha avuto paura della grandiosità del soggetto – non della sua tetraggine – e del confronto che pubblico e critica avrebbero fatto, al momento buono, con “Pelléas et Mélisande”. Il Laparra è tutt’al più un acquarellista o un acquafortista, e non saprebbe cimentarsi a mettere in musica un soggetto così complesso come quello della “Princesse Maleine”.

D’altro canto la Francia è così povera di operisti, se non di musicisti, che non saprei davvero chi consigliare, all’infuori del Ducas che ha fatto le sue prove con “Arianne et Barbebleue”, ma che da tempo tace e non ha dato più segno di essere un fecondo compositore. Io torno ad essere dell’opinione che è inutile cercare al presente qui quello che non c’è, cioè un musicista che possa giovare al nome ed alla fortuna della vostra Casa di Parigi; è ancora in Italia che, senza farsi però troppe illusioni, potrete trovare un operista che renda vitale il poema di Materlinck. E se così fosse per essere, credete pure che la “Princesse Maleine” italo-belga troverà subito l’ospitalità in Francia, ché troppi sono i forni che raccolgono i direttori di teatro colla loro musique nationale!

E, neanche a farlo apposta, pochi giorni fa passando al piano le “Clairières dans le ciel” della povera Lili Boulanger, ho ritrovato in esse delle espressioni e delle armonie che si avvicinano assai a quelle del “Macigno” del De Sabata – compositore che io metterei in prima linea per offrirgli la “Princesse Maleine” sia perché col suo primo lavoro aveva dato prova di essere più che una promessa per la nostra scena lirica, sia perché la sua educazione è tale da permettergli di porre in musica la “Princesse Maleine” nella lingua originale.

Forse converrà che discutiamo di tutto ciò al mio ritorno a Milano; ma se credeste di accettare il mio suggerimento, potrei avvicinare il De Sabata il quale si è rifugiato (sic) a Parigi per finire il suo balletto per la Scala.

 

In attesa di leggervi, credetemi

l’aff vostro

Tito Ricordi

Transcription by Stella de Sabata

Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 2
Size 270 X 210 mm

Letter name LLET014289