Pesaro 25 marzo 1915.
Grazie – caro Commendatore – di aver fatto rispedire subito la musica della mia Suite a Molinari. Questi direttori d'orchestra sono così capricciosi che può bastare il minimo pretesto per distoglierli da una buona idea.
Sapevo del successo della popolare di Francesca al Costanzi ma la vostra conferma mi ha procurato un piacere maggiore della notizia stessa.- Attendo il 2o atto della “Via della finestra”. Mi sono accorto, però, che l'amico Adami si è fatto un po’ poltrone e quindi la vostra tiratina d'orecchi riuscirà, credo, assai opportuna.
Ho fatto la vostra ambasciata a quel messere del “trionfo” e delle “allodolette”; egli mi ha incaricato a sua volta di riferirvi che, a onor del vero, le trentadue battute sono ancora nella mente di Dio ma che fra poco, alle allodolette piacendo, inizierà il lavoro con battute tremila e duecento non sembrandogli, il numero da voi supposto, degno del suo slancio e della sua buona voglia di fare!
Tante cose, caro Commendatore, alla vostra famiglia. Una stretta forte di mano dal vostro
Zandonai