Pesaro 8 aprile 1915.

Caro Commendatore - vi domando mille scuse di avervi seccato il giorno di Pasqua: la colpa è di questi cretini di pesaresi che non sanno concepire un concerto senza il piatto Rossini! Perdonate a me e abbiate un po’ di compatimento per questi miei compatriotti che ancora vivono nel passato!- Il concerto è stato magnifico ed ha avuto un esito entusiastico.- Ho potuto sentire anch'io, come spettatore, la mia Suite: è piena di colori e di trovate istrumentali e sono certo che vi interesserà moltissimo. Peccato che non sia stata scritta da uno straniero! ché in questo caso potrebbe essere considerata come una piccola fonte di novità tecniche. La marca italiana non può dare che della merce comune! Fino a quando?..- Molinari ne fa una bella esecuzione che certamente ammirerete in uno dei concerti che l'orchestra dell'Augusteum darà fra breve nella vostra città. E voi, Editore, sarete il primo a convincervi che, al contrario di quello che dice il nostro amico Torrefranca, il mio torto è appunto quello di non presentare al nostro pubblico i soliti spaghetti con la solita salsa; piatto che mi guadagnerebbe troppo facilmente la simpatia e l'approvazione dei più!.. Ma non mi posso lagnare in fondo: c'è per fortuna, fra i nostri pubblici una parte di spettatori che ama i piatti un po’ più fini e complicati. Il piatto Francesca è sempre in gran voga a Roma, e nel cartellone del Costanzi vedo già annunciata la 9^a recita della nostra opera. Questo fatto può incoraggiarmi a camminare diritto per la mia via di cuoco semi-aristocratico!-

Scusate la chiacchierata. E il 2^o atto della “Via della finestra[”]? Adami dorme sempre? Per fortuna sua ora comincierà il tempo delle quaglie... Le quaglie salvano dunque la situazione!-

Grazie di tutto, caro Commendatore; permettete chi vi stringa la mano con vero affetto. Vostro

Zandonai