Pesaro 30/3 - 1916.

Caro sig. Tito - sono lieto anch'io del nuovo successo di Francesca a Roma. Evidentemente Roma sta diventando la città zandonaiana; fra Messa, impressioni sinfoniche e Francesca c'è da sperare di aver seminato abbastanza, fra quel pubblico da raccogliere dei buoni frutti in un prossimo avvenire. Speriamo, almeno, che così sia.

Sentite, caro Tito: l'impresa di Pisa (e Clausetti stesso) mi tempesta di telegrammi e lettere perché io assista colà ad una rappresentazione di Francesca. Io volentieri accontenterei quella buona gente ma, francamente, i viaggi costano, e siamo in tempi di guerra, e i miei impegni non mi permettono di viaggiare a spese mie troppo spesso. Se la Ditta mi aiutasse sarebbe un altro conto; ma credete voi che la ditta potrà ricavare un utile qualsiasi da un simile viaggio? Io magari non lo credo ma voi potete vedere anche più lontano di me. Comunque volete essere tanto gentile di rispondermi subito? Vi dico subito perché caso mai, preferirei andare a Pisa mentre Clausetti è ancora colà.

E della “Via della finestra”? Dio com'è lunga questa via per l'amico Adami! Attendo sempre fidando in voi. Saluti affettuosi dal vostro

aff^mo Zandonai