Pesaro 16 aprile 1918.

Carissimo Sig. Tito - un paio di settimane fa mi ero rivolto all'amico Clausetti per sapere se eravate a Milano e se una mia scappata costì sarebbe stata utile e gradita. Egli rispose da Roma con una lettera che mi ha lasciato più [che] mai incerto e perplesso.- Non ritengo inutile quindi di rivolgermi a voi direttamente per sapere: il vostro entusiasmo per Strega è sbollito? e dove sono andati a finire i due atti compiuti di questo dramma? Dove si è ficcato Adami con la valigia e il famoso copione? Non vi sembra che avrei quasi il diritto di conoscere questi due atti – che, vi dico francamente, mi interessano anche di più pel fatto di essere stati da voi portati a compimento – dopo di avermene voi stesso tanto parlato? Perché non me ne fate spedire una copia? Mi pare, caro Tito, che sarebbe anche tempo di arrivare ad una decisione: i mesi passano e con i mesi gli anni; le mie opere fatte non fruttano un soldo; ho una numerosa famiglia da mantenere e non ho rendite; il mio entusiasmo di artista non è ancora morto e devo lavorare prima per guadagnare poi per soddisfare un bisogno dell'anima. Non è possibile quindi che io possa stare ancora a lungo senza un libretto. Occorre trovare! Può darsi che Strega nella sua nuova veste mi<a> piaccia. Fatemela dunque conoscere!

E comunque scrivetemi due righe, vi prego, e datemi un segno della vostra buona volontà.

Vi stringo con affetto la mano

il vostro

aff^mo Zandonai