Pesaro 23 febbr. 1920.

Caro don Carluccio - ho finito ieri la partitura del mio Concerto; e siccome l'amico Nicolino mi ha scritto promettendomi... una vostra risposta decisiva circa la cessione del pezzo alla vostra Ditta, mi permetto, oggi, di provocare questa risposta che mi è necessaria, in ogni caso, per far approntare il materiale parti per l'esecuzione di Roma.
L'amico d'Atri mi ha informato anche delle cose del Costanzi. Sono certo che non vi sarete divertito a trattare con donna Carelli; ma io mi auguro che vi siate invece convinto che gli affari, con quella signora impresariessa da baraccone, bisogna stipularli con dei contratti di ferro. Non faccio altri commenti!
So sa Pizzini che Rossato e Adami lavorano allo schema di Giulietta. Mi raccomando anche a voi: prima di accingersi alla fattura dei versi si stabilisca bene lo schema dell'intero lavoro. Ciò è necessario per non perdere del tempo più tardi e anche per decidere subito se la tragedia può andare o meno. Attendo perciò notizie che mi auguro buone e non lontane.
Ho qui uno spartito di Conchita che vi manderò quanto prima con i taglî che io ritengo utili e con una piccola ma forse utile modificazione musicale alla fine del 1o quadro.
E per finire, una seccatura: volete pregare la Ditta di accreditarmi Lire 600 per viaggi e soggiorno a Roma per l'andata in scena e prove della Via della finestra? Mille grazie!
In attesa di vostri scritti vi prego di gradire i saluti di mia moglie e l'affettuosa stretta di mano del vostro affmo amico
RZandonai