Pesaro 12 maggio 1922

Caro don Carluccio - ho guardato in questi giorni la riduzione per Piano solo di “Giulietta” di cui la ditta mi ha spedito le bozze di stampa. Spavento! Dev'essere stata fatta per uso esclusivo di Busoni o di qualche altro grande pianista. Noi, di certo, non potremo tentare di eseguirla. E pensare che se c'è un'opera che si presti ad essere suonata da tutti è proprio Giulietta; occorre, però, che il riduttore sia... un pessimo pianista, e che abbandonando l'idea di riprodurre i<l> colori della partitura e qualche volta anche i ritmi, quando non sono proprio necessari, si limiti ad una esposizione pura e semplice (uso Bellini) della melodia; di quella melodia che i miopi non vedono e i maligni negano, ma che in Giulietta esiste dal principio alla fine dell'opera. Con un simile tipo di riduzione soltanto si potranno avere voi, ditta, il vantaggio di vendere il libro che sarà alla portata di tutti e io, autore, quello di dimostrare che nell'opera oltre che il sinfonista (Dio che brutta parola!) c'è anche l'operista e il melodista.-

Non so chi sia l'autore della riduzione che mi avete inviato; certamente è un maestro non pratico del genere e che non ha tenuto conto dello scopo di popolarizzazione a cui è destinata la riduzione stessa. Mi dispiace che essa sia già incisa; grave sbaglio questo, ché è sempre bene mandare ai maestri i manoscritti per le eventuali correzioni.- In ogni modo io non posso dare il mio placet per la stampa, anche perché ritengo questa riduzione incoreggibile. Vi prego di constatare che non esagero e poi decidete Voi per il meglio.- Vi spedisco le bozze oggi stesso.

Il mio lavoro su Gösta è iniziato bene. Attendo l'atto 3^o promessami da Rossato e, anzi, vi sarò grato se vedendo il mio collaboratore gli vorrete dire una parola di sollecitazione.

Saluti affettuosi anche all'amico Renzo e un abbraccio dal vostro

aff^mo Zandonai