Como 27 Luglio 1831.       Ostinelli C.P. Non avrei mai creduto che vi dovesse tanto rincrescere il porto della lettera speditavi col conto che vi retrocessi della musica; che non volli affidare ad un mezzo incerto; perchè se si perdeva la fatica del rifarlo valeva ben più di deciotto soldi. Che dovrei dir io quando ricevo delle lettere che ne costano due ora per un un pezzo di pochi centesimi ora per un altro d’una lira, e queste lettere mi giungono una dopo l’altra senza interruzioni? Se credete però d’addebitarmene credetemi che anch’io farò lo stesso quando la spesa di porto sarà maggiore del guadagno delle commissioni. Ho dato un colpo d’occhio al vostro conto, in cui però ebbi a sorprendermi di vederlo condotto fino al 7bre 1830 soltanto, di vedervi acreditate a vostro favore delle partite, senza documentare queste inserzioni, e finalmente di non vedervi figurare il venduto dell’ultimo semestre 1830 e del primo dell’Anno C^te. Ad ogni modo io non mi brigo più di tal conto, avendone già avuti non lievi occupazioni. Attenderò che il Sig. Ricordi lo riscontri: e quando voi abbiate provate queste ommissioni in vostro danno, e sia riconosciuto, che necessità allora di fare un nuovo conto? Si prenderanno tutte le spedizioni sino a tutto Giugno p° p° e voi darete in conto il prodotto de’ due semestri e da quest’epoca cominceremo il conto nuovo. Ma per far questo attenderò il Sig. Ricordi, rimontando le commissioni che reclamate ad un epoco [sic] troppo lontana per me, ed essendo sorpreso come possono esistere. In pacco N°2435 vi spedisco per ora copie 6 Asioli [?]. [?]. P. S^a N°630 per le quali mi darete credito di lordi fr[anch]i 30.