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Place: s.l.

ID: LLET000254




Carissimo Sigr Giulio,

ricevo ora una lettera di Puccini mentre buttavo giù una traccia di Tartarin. Pensi con che piacere sarei venuto a trovarLa le poche ora che fui a Milano. Ma molto del mio pochissimo tempo ho dovuto passarlo al letto del padre di mio cognato moribondo - e morto jeri. E ho dovuto ripartire subito per non lasciare mia moglie sola in piena campagna. Unisco a questa mia l'idea del lavoro - la sintesi - e la traccia di un prologo e della prima parte della =Trilogia=.

Lavorandovi e selezionando sono persuaso che Tartarin può riuscire veramente un lavoro di grande novità. Circa all'economia scenica sono sicuro che la si potrà raggiungere. Veda Lei! Con Giacosa si è parlato di altri soggetti.

Pel momento Ella senta la impressione che può farLe la traccia che qui Le accludo. Se Ella crederà la cosa Tartarinizzabile continuerò. Caso contrario penseremo ad altro. O al “Matrimonio di Koscianski” o alle “Baruffe Chiozzotte” o alla “Locandiera” come mi scrive Puccini. Per me, francamente, ora che lo rileggo, sono per Tartarin. È il più nuovo, il più moderno!

Rachele La saluta affettuosamente, io pure. Suo affmo

Illica (Castellarquato - Piacenza-)

P.S. Rileggendo mi accorgo che la traccia può riuscire oscura ma essa non deve servire che al gran taglio scenico - e a dimostrare la possibilità di drammatizzazione. Qualora Puccini si persuadesse e vedesse la cosa, allora sarebbe necessarissimo fare per Tartarin quanto si è fatto per Bohême - cioè dettar giù il libretto in prosa - perché in Tartarin quanto dice Tartarin spesso ha valore di una scena. Questo per la =traccia= - quanto al modo che è scritta è imperdonabile davvero! Ma la visione scenica di Tartarin è rapida  =vertiginosa come la vista di una apparizione cenomatografica [sic].

Transcription by Archivio Ricordi
Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 2
Size 200 X 130 mm

Letter name LLET000254