Date: 14/3/1856



Place: Venezia

ID: LLET003985




Carissimo Amico!

Venezia 14/3 56.

 

Riscontro la pregiatissima tua jeri ricevuta. Non ti posso negare, che la tua proposizione sull’aquisto [sic] del mio Spartito il Pietro D’Abano mi riuscì oltremodo umiliante, e di sommo avvilimento, poiché da essa rilevai che tu ti poni al sicuro di guadagnare sulla stampa, mentre a me non rimane nessun vantaggio, fino a tanto che non si riprodurrà la suddetta mia opera, e più ancora me ne dispiace, in quanto che tu devi sapere che fin dal passato anno, e precisamente a questa epoca io poteva senza veruna restrizione, e con sommo interesse vendere il mio Spartito in anticipazione al Lucca che mi aveva perfino stancato colla sua insistenza. Più durante l’anno ebbi altri due assalti per lettera, dallo stesso, ma io ho sempre avuto il coraggio di ribattervi, dicendo che ero legato con te. Ora mi pare che tu non mi tratta [sic] in egual forma. Che se la Musica non ottenne quell’effetto che io aveva fissato, e che scommetterei si otterrà in altra circostanza, non fu mia la colpa. Io vorrei che ci fosse stato Rossini per vedere se avrebbe ottenuto di più. In somma mi mancavano Soprano, e Baritono, e credo che basti per sacrificare uno Spartito questa circostanza. Non che il Cresci sia cattivo artista, ma prima di tutto io aveva scritto per Guicciardi che è di un genere diametralmente opposto al suo, e poi non è cantante per grandi Teatri, poiché ha una voce che non si sente. In quanto poi alla Cortesi, non ti posso dire di peggio. Senza voce, stonatissima fino alla differenza di un tono dalla prima all’ultima nota, a segno di non far comprendere il motivo, e nota che i migliori pezzi te lo giuro sono del Soprano, e Baritono. In quanto all’articolo della Gazzetta di Venezia, mi dispiace che tu non sia qui per sentire cosa ne dicono con una sola voce i Veneziani. Non si fa altro per i caffè, e trattorie che gridare contro quell’articolo, tacciandolo di aperta ingiustizia. Infatti come si può giudicare di un’opera se Sei pezzi della stessa non furono uditi, ma alla lettera? e sì che io li ritengo i migliori, e tale è pure il voto di tutta l’orchestra, che unanimente [sic] alle prove ed anche dopo le recite sostennero [sic] lo stesso. Non [****] per carità di quanto ti scrissi a carico dei cantanti, ma ti prego d’informartene. Fu una vera carneficina. Aggiungi la cattiva disposizione del pubblico per il cattivo successo degli anteriori spettacoli e per tante altre spiacevoli circostanze che si succedettero in questi ultimi giorni. Jeri sera quarta recita l’opera venne più gustata, e si comincia per le strade a canterellarne i motivi.

Dietro tutto ciò comprenderai che ho ragione di ritenere umiliante la tua proposizione, e di pregare d’altronde che tu mene faccia un’altra, un poco più persuadente, poiché a condizioni migliori di quelle avrei potuto esitare il mio Spartito, ma siccome io sono sempre coerente a me stesso, così non voglio allontanarmi da te che tanto stimo, e credo di avertene dato su ciò abbastanza caparra. Tra le altre cose come ancora ti scrissi ho speso Aus. L. 1500 per il libretto, più devi calcolare che io nel Contratto ti darei tutte le parti copiate in uno stato buonissimo, e nette da errori, la qual cosa costò a me, compreso la copia dello Spartito che feci fare per l’archivio della Fenice già del solo Spartito, circa Aus. L. 700. Intanto farò anche qualche correzione utile all’effetto, in quà [sic] ed in là. In quanto agli altri patti che tu mi scrivi, resteranno gli stessi meno quello di estrare [sic] la spesa delle copie che starà a tuo carico. Già come vuoi che io paghi le copie?!! È tal caso che spetta sempre all’Editore.

Desidererei inoltre che tu mi accordassi il diritto di darla per la prima volta che verrà riprodotta a quei cantanti che meglio crederò opportuni, e così pure per la prima volta accordare lo Spartito a [*****], poiché spero che Marzi allora me lo riprodurrà a Mantova, colla Piccolomini, Negrini, e Giraldoni, ottimi artisti. Ciò mi pare che torni pure a tuo vantaggio. Mille doveri alla tua famiglia, e così pure al Cerri. Ti raccomando di riscontrarmi al più presto possibile, e di rammentarti che io sarò sempre teco, e cercherò di studiare, e di fare uno Spartito, che ti compenserà anche di questo, quantunque io ritenga sul mio onore che a Mantova, ed in qualunque altro sito, dove sarà bene eseguito, dovrà assolutamente piacere, e ci procurerà reciproci vantaggi. Credimi frattanto con tutto il cuore

Tuo aff. amico

G. Apolloni

 

 

[Appunti sintetici di una minuta probabilmente di Tito Ricordi, per una risposta all’Apolloni]

All’Apolloni si potrà dargli maggiori dettagli sulla [****] p. lettera e per rispondere alla sua ultima si potrebbe dire:

che appunto il suo ragionamento viene a consolidare la mia opinione, poiché egli stesso mette in dubbio l’esito atteso da probabile insufficienza d’esecuzione. Non sarebbe equo che l’Editore rimanesse esposto ad un [capitale profittevole ingente] (??). In questi casi l’Autore invece [****] del merito dell’opera sua, egli tenterà di riprodurla sotto migliori condizioni purgata dalle piccole mende che per avventura avesse scoperte nel primo esperimento essa risorgerà gloriosa, e riceverà ancora dall’editore il compenso stabilito; acciò viene spronato l’autore non solo dall’amor proprio ma altresì dall’interesse, che sarebbe paralizzato nel caso che fosse già stato compensato. D’altronde ti dirò che non sono pur troppo più i tempi di arrischiare somme sì vistose, e voglio dire che questi tempi non ritorneranno che quando si avrà posto riparo alla legge sulla proprietà. L’Ebreo si dà dappertutto fuori degli Stati convenzionati e ci si ride in mezzo. Così è di tutte l’altre opere e così sarà del Pietro d’Abano. Dietro l’esperienza fatta in questi ultimi mesi trovo che il valore della proprietà è caduto del 50%. È vero che sto adoperandomi e facendo passi per riescire a riparare tanto malanno, ma mi si darà poi ascolto? Ed al caso quando? Possono passare degli anni tanti e frattanto ciò che v’ha di certo sono il danno e le spese. Sono troppi i dispiaceri avuti e per verità sono scoraggiato assai. Corbezzoli da (12300?) tu fai un salto addirittura fino alle 20/mila? Ma ciò non importa giacché in quanto al prezzo io partendo da quello dell’Ebreo e tu da quello che mi hai chiesto vedremo camminando di pari passo dove potremo incontrarci, e non per darci dei cazzotti ma per abbracciarci da amici ecc. Ma a parte gli scherzi tu mi terrai prevenuto quando andrai in scena, e spero che costì ci combineremo. Infine fargli intendere che attesa l’incertezza in cui si è aspetterò l’esito.

Transcription by Giovanni Vigliar
Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 2
Size 252 X 202 mm

Letter name LLET003985