Date: 26/4/1874



Place: Lecco

ID: LLET008013




Pregiatissimo Sig.Giulio:
Lecco 26 Aprile 1874.
 
Spedisco oggi stesso a Ponchielli la scena di Vitildo e Franco – Giudici – e spero averla finita coi Lituani.
Sebbene io mi attenda dalla sua Casa qualche compenso per le ingrate fatiche, il perditempo e la noja di questi rappezzi non cesseranno per me di rappresentare un gravissimo pregiudizio.
So che Ella si lagna molto di me, e a rigore di fatti Ella ha mille ragioni di lagnarsi. Ma se Ella vorrà considerare le molte distrazioni a cui dovetti sottomettermi per aderire a' suoi desiderii, troverà Ella stessa, prima che io glieli esponga partitamente, dei titoli per iscusarmi. Fino ad un certo punto io posso calcolare sul mio ingegno e sulla mia operosità; ma io non poteva, a meno d'esser profeta, prevedere le tante eventualità per le quali fu turbato il regolare procedimento de' miei lavori.
Desidero che al più presto mi vengano spediti i miei bilanci. Ignoro a quanto ammonti il mio debito verso la sua Casa. Forse io ho fatto male i miei conti. Ad ogni modo sarà bene lo intenderci. Se il mio debito è tanto grave, come Ella afferma, le farò delle proposte onde riuscire al pareggio quanto più presto per me si possa.
So da un pezzo che Ella ha voluto darmi prova di sfiducia, imponendo al Ponchielli un nuovo poeta per l'opera di sua comissione [sic]. Ella ha dato ragione ai miei critici o piuttosto ai miei denigratori più accaniti, affermando alla faccia dell'universo che se il Ponchielli non ha prodotto coi Lituani il suo capolavoro, la colpa fù tutta mia. In materia d'arte, i riguardi di personale amicizia non debbono entrarci – ed Ella sa che non mi sono mai imposto alla sua Casa. Avrei più amato da parte sua una condotta più franca. Fra noi si poteva combinare qualche palliativo alla umiliazione pubblica che mi viene inflitta. E dopo ciò; perché vuol Ella affibbiarmi il Coronaro, il Pinsuti il Mercuri e non so quant'altri? . . . .
Ma tutto avviene per il meglio. Paolo Ferrari, a mezzo del suo amicissimo Fortis, mi ha sempre osteggiato con tutte le arti di cui sono entrambi maestri. Pel momento, gongoleranno – e ciò, glielo confesso, mi addolora – pure, ho il presentimento che un giorno avrò occasione di ridere anch'io.
Via! Le son troppe ciance per un uomo di affari come Lei!
Attendo il mio conto. Liquidate le partite del dare e dell'avere, troveremo la via di accomodarci anche pel resto. Fra tutti quanti ci siamo creati un labirinto, ciò che mi preme è di uscirne con onore e con la coscienza netta. Salutandola mi dico
Di Lei Devotissimo
A Ghislanzoni
Transcription by Archivio Ricordi

Named works
I Lituani

Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 1
Size 282 X 225 mm

Letter name LLET008013