Roma 19 Maggio '90

Illustriss^mo Sigr Comm^re Giulio Ricordi,

mi affretto a ringraziarla direttamente dell'onore fattomi di chiedere la mia Cavalleria, pregandola di porgere un poco d'attenzione a ciò che sto per dirle.

La mia posizione attuale è delle più critiche e più pericolose; se io cedessi la mia opera al Suo stabilimento, adesso, senza occuparmi di ciò che può accadere, che si direbbe di me?.. La riconoscenza che io debbo al Signor Sonzogno è immensa; e sono certo che non potrà non convenirne: senza il Sig.^r Sonzogno io mi troverei ancora, e forse per sempre, in Cerignola dimenticato per pochi, sconosciuto a tutti: al Sig.^r Sonzogno io debbo, oggi, l'onore della Sua richiesta; e credo che nessuno possa oppugnare questo mio sentimento.

Col Sig.^r Sonzogno, però, non ho che un impegno morale e mi piace ripeterle le parole che ho già dette all'egregio e gentile Suo rappresentante, Sig.^r Cesare Nuti: se il Sig.^r Sonzogno mi restituisce l'opera, poiché finora è di mia proprietà, sarà con sommo piacere che io la cederò al Sig.^r Ricordi, ad occhi chiusi.–

Io mi auguro che Ella comprenderà l'anormalità del caso e mi lusingo, trepidando, che, in qualunque modo, non mi verrà meno la Sua stima e la Sua protezione.–

Di tutto ciò che possa accadere, ora in Roma, mi farò un dovere di avvertire prontamente e francamente il Sig.^r Nuti, che ha mostrato in questo affare una premura amichevole e sincera.

Mi perdoni, Ill.^mo Sig.^r Commendatore, la scorrettezza di queste righe; e mi sia d'attenuante la completa confusione in cui mi trovo dopo il successo insperato ed inaspettato dell'altra sera!.–

Onorato sempre dai Suoi Comandi, mi onoro di soscrivermi

Suo Umiliss.^mo Servo

Pietro Mascagni