Caro Tito

                          Venezia 12 luglio 1854

Appena ricevuta ricapiterò io stesso al Pezzi la lettera, ed oggi cercherò di vederlo per provocarne il riscontro. Ma egli sta in partibus infidelium e vi ci vuole un viaggio, lo intraprenderò peraltro con tutto il piacere.

Credo che due dei libretti sieno copiati, perché li trascrive il Vice Segretario della Presidenza della Fenice, il quale è esatto, la lungo e piano di lavoro, specialmente ora che stanno restaurando il detto Teatro.

Ho jeri avuto lettera da Verdi, il quale parlandomi del Sior Toni, mi disse d'essersi rimesso in tutto e per tutto a te; cosa vuoi che ti dica? fa quanto puoi. Egli continua ad essere taciturno, e quasi minaccia di divenire idrofobo. Misericordia che muso!!!

Io sono qui schiacciato quasi dal lavoro. Dopo il mio ritorno ho avuto cinque nuove commissioni!!! Che fare?...Alzar la tariffa, gridare con Figaro: uno alla volta, uno alla volta per carità; e servire chi meglio mi paga. Ecco la mia risoluzione. Ti pare che sia giusta? Tu sai ch'io faccio presto ma non posso andar a vapore per servir tutti.

Mille cose al carissimo Ceri [sic] il quale deve assolutamente farmi combinar la scrittura col Flotow, che so ora trovarsi a Vienna e studiare l'Italiano. Nota Bene, Italiano!!! Dunque ha volontà di scrivere in Italia, dunque deve portare qualche pò di aurea mitraglia nelle poetiche borse del tuo Checco Maria. Dirai a colui di tuo figlio Poetino che ho riso moltissimo nel vedere a' piè della sua lettera la famosa nuova chiave musicale da me inventata e che chiamasi chiave di Burmaino [?].

Ti raccomando i cogoleti.

Ricordami alla tua Adorabile Peppina, bacia i tuoi figli, e dì pure alla Bruna tiranna de' miei affetti fuori della laguna (Nota Bene fuori della laguna, perché qui ne ho una di Bionda !!!) che si ricordi di me.

Ama sempre

                             Il Tuo Checco Maria

Salutami mio fratello Emanuele Muzio che scriverà un'opera alla Scala e farà furore.