Sacco 13 luglio 1920

Caro Clausetti - rispondo subito alla vostra dell'8 corr.
Conchita a Trieste. Come potete immaginare, sono dolentissimo che l'opera sia stata tolta dal cartellone e senza, in fondo, un motivo molto serio; poiché se l'impresa del Verdi segue ancora il vecchio concetto di scritturare prima gl artisti e poi stabilire le opere, avrebbe dovuto pensare prima ad un soprano che avesse le qualità per poter bene eseguire Conchita, prima cioè di mettere l'opera in cartellone. Sono certo che i triestini ne saranno pure dolenti perché, come mi provano molte lettere ricevute in questo frattempo da Trieste, l'aspettativa per la mia opera era colà molto simpatica e intensa. Ma pazienza. Il peggio si è che il “Piccolo” dell’8 corr. in un articolo sul cartellone della futura stagione scrive, probabilmente ispirato dalla stessa impresa del Verdi, che il motivo della soppressione di Conchita è dovuto al fatto “che dopo ritiratasi dalle scene la siga Tarquini l'opera non trovò più la sua interprete classica.” Forse non manca un certo senso di verità in queste parole ma a me sembra un po’ pericoloso e nocivo, per me autore e per voi Editori, il creare all'opera una fama di inac[c]essibilità che non esiste e nello stesso tempo infliggere alle cantanti odierne una patente di asinità che certamente non meritano.- Francamente non doveva essere difficile per voi e per l'amico Panizza il trovare un'artista, giovane o vecchia, che avesse potuto salvare la situazione. Questo nell'interesse di tutti perché, specie nell'interesse nostro, questa esecuzione di Trieste poteva forse rappresentare una ripresa dell'opera assai utile. In tutti i casi però, caro Clausetti, è necessario che si dedichi un po’ d’amore allo studio di Conchita per evitare una buona volta la ridicola situazione di un imbarazzo che sembra insormontabile e che non è costituito da altro che da molta mancanza da parte nostra. Conchita è un'opera vitale, ché tale si è mostrata in tutte le sue esecuzioni anche le meno felici; che debba restare eternamente nell'ombra non mi sembra giusto!- Purtroppo anche a Pesaro la stagione sembra sfumata; ma ameno colà ci sono state delle cause serie e tangibili.-
Roma e Giulietta a Verona. Siamo perfettamente d'accordo: l'opera si dovrebbe dare prima al Filarmonico poi all'Arena. Ma avrò modo durante l'estate di abboccarmi col sindaco e di trattare la cosa come si deve. Vi terrò poi informato di tutto.-
Grazie delle notizie del Concerto e grazie di occuparvi un poco della futura stagione di Rovereto.
Ed ora al libretto di Giulietta. Mi sono giunti contemporaneamente il manoscritto dei 3 atti e la seguente lunghissima missiva dell'amico Nicolino. Vi consiglio di leggerla subito e poi riprendere questa mia lettera.
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Come vedete, caro Clausetti, Nicolino ha delle ragioni da vendere. La sua visione del libretto poi è così logica e così equilibrata che mi sembra non ci sia nulla da ob<b>iettare. Ed io stesso che ho già scritto la musica del primo atto di Giulietta sono dispostissimo a mandare all'aria il mio lavoro pur di mettermi sulla buona strada che è proprio quella che il nostro amico ci addita. E tanto più mi sono convinto che d'Atri ha ragione quando ho letto il nuovo secondo atto che di fronte al Io e al IIIo è veramente debole e povero di contenuto drammatico. Ora come si può rimediare? Bisogna che i miei librettisti si mettano una mano sul cuore e si armino di tutta la buona volontà possibile per rifare l'atto 2o che dev'essere proprio come l'amico nostro l'ha visto e architettato. Del resto non si tratterà poi di un grandissimo lavoro: l'atto 1o può essere rifinito con poco: con l'aggiunta cioè, di un breve duetto fra Romeo e Tebaldo dopo la rissa al ponte; duetto interrotto bruscamente dalla scolta che arriva; e da una prolungazione del duetto finale degli amanti sul balcone che dovrebbe spegnersi con la musica delle danze interne e con l'alba che sorge.- Nel 2o atto rimarrebbe tutta la prima scena ma il resto... purtroppo è da rifare salvo l'ultima scena violenta di Tebaldo per la quale utilizzerei (anche per non sciupare del tutto la musica già fatta) l'ultima scena dell'attuale atto 1o almeno in gran parte.- Ma credete, caro Clausetti, che è necessario rifare.-
A Voi il compito di preparare e di convincere i librettisti. Se voi non riteneste inopportuno di mostrare loro la lettera di Nicolino essi potrebbero trovare in questa un canovaccio ben definito e sicuro. Se la cosa vi sembrasse inopportuna a voi il compito di convincere Adami e Rossato e a me quello di fissare la traccia scenica del futuro e definitivo atto 2o. Credo anzi indispensabile un abboccamento fra me e uno o l'altro dei librettisti. Adami – o Rossato – potrebbe fare, quì a Sacco, una scappata di un giorno; e questa ci basterebbe per prendere gli accordi necessari sulla costruzione dei nuovi primi atti e per evitare che gran parte della musica fatta, che mi sembra riuscita, sia resa inutile.
Attendo vostre notizie e istruzioni. Cercate di fare presto perché dal momento che ho trovato un periodo felice per lavorare sarebbe un peccato lasciarlo sfuggire.
Vi prego di rimandarmi la lettera di d'Atri quando ve ne sarete servito.
In fretta vi saluto anche a nome di mia moglie e vi abbraccio di cuore.
Vostro affmo Zandonai

Vi ho spedito qualche giorno fa lo spartito di Via finestra. Spero vi sia giunto a quest'ora.
Vi prego di passare alla ditta questa ricevuta con mille ringraziamenti.

Transcription by Diego Cescotti - Biblioteca Civica di Rovereto
Named works
Conchita

Typology lettera
Sub-tipology letter
Writing manuscript
Language italian

Physical Attributes
No. Sheets 2
Size 180 X 132 mm

Letter name LLET015472